Patologie arti inferiori

Alluce rigido

alluce rigidoL’alluce rigido é una patologia della prima articolazione metatarso-falangea, caratterizzata da dolore nel movimento, formazione di esuberanza ossea (osteofita) e limitazione della flessione dorsale dell’alluce.
Sebbene l’alluce valgo venga considerato la piú comune e invalidante deformitá patologica della prima articolazione metatarso-falangea, alcuni autori considerano l’alluce rigido ancor piú limitante, a causa del dolore che vi si associa.

Sono state descritte due forme di alluce rigido: la forma acquisita dell’adulto e la forma dell’adolescente o giovanile. La forma acquisita dell’adulto é caratterizzata da alterazioni degenerative diffuse a carico dell’articolazione metatarso-falangea dell’alluce, mentre la forma dell’adolescente si caratterizza per un danno articolare localizzato. Un processo degenerativo localizzato dell’articolazione viene considerata l’eziologia tipica della forma acquisita dell’adulto.
Esiste disaccordo sui fattori predisponenti a tale alterazione; il denominatore comune a tutte le teorie, fino ad oggi, é costituito dal carico aumentato ed eccentrico sulla prima articolazione metatarso-falangea.
I fattori predisponenti per l’alluce rigido dell’adolescente comprendono la testa metatarsale congenitamente appiattita o squadrata, l’osteocondrite e, come nella forma dell’adulto, un trauma acuto o cronico. Infine, possono contribuire allo sviluppo di un alluce rigido un processo artrosico sistemicoo un’artrite settica.
Nella forma acquisita dell’adulto, le alterazioni articolari sono caratterizzate da dolore ed edema. II gonfiore può essere dovuto alla sinovite. Solitamente non viene alterato l’allineamento. In genere si ha una proliferazione ossea generalizzata intorno all’articolazione, soprattutto a livello della superficie dorso-laterale della testa metatarsale. Con la progressione del processo patologico, questo fronte osseo si estende dorsalmente e lateralmente. Spesso si forma un osteofita dorsale sulla base della falange prossimale. Di conseguenza il movimento dell’articolazione metatarso-falangea dell’alluce è limitato.
I pazienti descrivono spesso un inizio insidioso con dolore correlato all’attività in corrispondenza della prima articolazione metatarso-falangea; le normali calzature non risultano piú comode a causa dell’aumentata massa dovuta allo sviluppo dell’osteofita dorsale. Si modifica il passo poiché le forze di carico si spostano lateralmente per compensare la limitazione della dorsiflessione dell’articolazione metatarso-falangea.
I segni clinici variano in base alla gravità del processo patologico. Le radiografie mostrano tipicamente le classiche alterazioni degenerative a carico della prima articolazione metatarso-falangea.
Nelle fasi avanzate della malattia sono necessarie modifiche delle calzature.
L’aumento della profondità della punta della calzatura puó contenere l’articolazione aumentata di volume.
L’aumento della rigidità della suola può portare alla diminuzione dei sintomi. Sono disponibili scarpe con
suola ed inserti rigidi. Puó essere di aiuto una lamina di alluminio/acciaio leggero o di fibre di carbonio.
Quando un paziente usa una scarpa più rigida, si consiglia una suola con fondo a culla o una barra metatarsale per favorire lo spostamento del peso.

Alluce valgo

a-inf2a-inf3È una patologia che colpisce prevalentemente il sesso femminile causata principalmente da calzature non idonee (punta della scarpa troppo stretta), da malattie reumatiche(artrite reumatoide) che portano a più o meno gravi deformazioni dell’ avampiede.

Nella genesi di questa deformità, gioca un ruolo importante anche una componente genetica; è molto frequente infatti, la presenza dell’alluce valgo nelle ascendenti donne della paziente che ne è portatrice.

La deviazione in valgo dell’alluce non sarebbe possibile se non fosse associata contemporaneamente una deviazione in varismo del I° metatarso,queste due deviazioni, insieme, danno come risultato un allargamento della pianta del piede e un distacco fra la I° e la II° testa metatarsale.

Da queste deformazioni originano una serie di disturbi quali: borsiti, dolori, algie digitali, algie plantari, insufficienza al carico del I° metatarso, ripercussioni sul ginocchio etc.

La deformità si instaura nella stragrande maggioranza dei casi dopo i 40 anni. Rare sono le forme dell’infanzia e dell’adolescenza.

Piede cavo

piede cavoIl piede cavo è la deformità opposta al piede piatto, il piede in questo caso risulta più corto rispetto alla sua

ipotetica lunghezza. Determinato da una condizione di squilibrio tra i muscoli intrinseci ed estrinseci del piede, quando questi si indeboliscono. La deformità è spesso associata a numerose malattie neuromuscolari.
Le malattie che più frequentemente predispongono alla deformità sono la poliomielite, la distrofia muscolare, la paralisi cerebrale infantile, la neuropatia diabetica, etc.

In molti casi è tuttavia impossibile identificare una causa neurologica certa.
È un piede con problemi importanti; il piede risulta accorciato, le dita non contribuiscono al completo svolgimento del passo, le teste metatarsali caricano di più e per tempi più lunghi. Questo piede provoca disturbi plantari al livello metatarsale (metatarsalgie), a livello delle interdigitali (digitalgie) provocando una deambulazione disarmonica con carico prevalentemente retropodalico.

Tutte le dita del piede, alluce compreso, tendono a deformarsi ad artiglio.

Piede piatto del bambino

a-inf5E’ un piede caratterizzato dall’appiattimento della volta plantare normalmente formata dalla forma e dal reciproco incastro delle ossa del piede, dalla maturità del tessuto connettivo costituente capsule e legamenti, e dal perfetto funzionamento di una serie di muscoli chiamati cavizzanti. Quando il bambino inizia a camminare, l’immaturita’ del tessuto connettivo e lo scarso sviluppo dei muscoli permettono un ampia escursione dei movimenti ammortizzanti del piede, con l’appiattimento della volta ad ogni passo.

Questo fenomeno iniziale non e’ un fenomeno di insufficienza ma un importante elemento di apprendimento. La volta che si appiattisce permette infatti di toccare o di sfiorare il suolo ad una serie di elementi riflessogeni posti nella pianta del nostro piede, i quali inviano informazioni cosiddette propriocettive ai centri nervosi che a loro volta azionano per via riflessa spinale i muscoli deputati alla creazione e al mantenimento della volta informandoli della quantita’ e della forma che ad essa devono conferire.

Quando per cause ancora non perfettamente note si verifica un rallentamento o un inceppamento di questi meccanismi, per cui la volta plantare tarda ad assumere la sua forma e dimensione normale o non si forma affatto, ci troviamo allora di fronte ad un piede piatto.

Fratture di coscia

a-inf6FRATTURE DELL’ESTREMO SUPERIORE DEL FEMORE: Sono fratture che si verificano generalmente negli anziani, spesso per traumi di modesta intensità sulla regione dell’anca. Il fattore più importante che causa queste fratture nel sesso femminile e in età senile è dato dall’osteoporosi. Si distinguono in fratture mediali, fratture laterali. Quando vi è l’interruzione della continuità ossea, l’azione muscolare tende a scomporre più o meno gravemente la frattura. La sintomatologia nelle fratture laterali è impotenza funzionale, dolore nella zona esterna dell’anca, extrerotazione netta dell’arto, accorciamento dell’arto. Nelle fratture mediali la sintomatologia invece si presenta con dolore nella regione inguinale, impotenza funzionale mentre in questo caso l’extrerotazione e l’accorciamento sono assenti o di modesta intensità.

a-inf7FRATTURE DELLA DIAFISI FEMORALE: Per rompersi la diafisi femorale deve ricevere sollecitazioni traumatiche particolarmente intense. La frattura è spesso localizzata al terzo medio della diafisi, raramente ad altri livelli. Quando è completa (il che è abituale nell’adulto) esiste sempre uno spostamento angolare dei frammenti. La sintomatologia è data da dolore spontaneo che diventa intollerabile al minimo tentativo dimobilizzare l’arto, impotenza funzionale completa e deformità della coscia.

Lussazione dell’anca

La lussazione a questo livello è molto rara e tipica dell’adulto. Avviene in genere per una forte sollecitazione trasmessa lungo l’asse del femore, a coscia flessa in atteggiamento di adduzione (es. urtare contro il cruscotto a gambe incrociate). La sintomatologia è molto grave caratterizzata da shock. Dolore violento, atteggiamento irriducibile della coscia in flessione, adduzione e rotazione interna o in flessione abduzione e rotazione esterna.

Dito a martello e dito ad artiglio Sono deformità molto frequenti , tipiche delle ultime quattro dita del piede. Possono essere isolate o spesso associate all’alluce valgo. Il secondo dito è quello più frequentemente interessato.

La causa di questa deformità ad artiglio o a martello è duplice:

  • Uno squilibrio tra i muscoli estensori, flessori ed intrinseci
  • Una lassità capsulo-legamentosa delle articolazioni metatarso-falangee ed interfalangee, che si instaura generalmente dopo la menopausa

Queste deformità colpiscono più frequentemente il sesso femminile rispetto al sesso maschile con un rapporto di circa 15:1

Piede equino

È un piede costretto in posizione di equinismo andando a formare con la gamba un angolo di 90° in modo da appoggiare sulla punta, per diverse cause quali accorciamento di un arto, contratture etc.
La deambulazione risulterà disarmonica dovuta dalle differenze di lunghezzatra un arto e l’altro che produrrà spinte diverse fra i due piedi.

Talalgie

Le talalgie sono disturbi retropodalici, colpiscono prevalentemente il sesso maschile perché portatori di scarpe con tacco troppo basso, e quindi una concentrazione dei carichi sul calcagno. Il dolore è generalmente più acuto al mattino all’inizio della deambulazione e tende ad attenuarsi nelle ore successive, per ripresentarsi nuovamente a fine giornata.

Distorsione del ginocchio

a-inf8Per distorsione si intende l’insieme delle lesioni capsulo-legamentose prodotte da una sollecitazione che tende a modificare i reciproci rapporti dei capi articolari. Sono lesioni frequentissime nell’età adulta.
Le distorsioni del ginocchio avvengono frequentemente e si verificano a causa (traumi da sport, da lavoro etc.),che sollecitano l’articolazione al di là dei limiti fisiologici del movimento articolare determinando una vera e propria instabilità articolare, inoltre il loro trattamento tradivo o inadeguato può dar esito ad una grave instabilità cronica del ginocchio.
I meccanismi traumatici più frequenti in grado di provocare distorsioni del ginocchio sono il valgismo e rotazione esterna e il varismo e rotazione interna.

Le distorsioni possono essere :

  • Distorsione di I° : semplice distensione o distrazione di alcuni fasci dei legamenti interessati
  • Distorsioni di II°: lacerazione legamentosa parziale
  • Distorsione di III°: lacerazione legamentosa totale

È molto importante la distinzione tra:

  • Lesioni periferiche (capsula, legamenti collaterali, etc.)
  • Lesioni centrali (legamenti crociati) associate o meno a lesioni periferiche.
  • Le lesioni centrali sono le più gravi perché compromettono maggiormente la stabilità del ginocchio.
    In molti casi di lesioni capsulo-legamentose del gniocchio può esserci l’associazione di lesioni meniscali.
    La sintomatologia si basa su un dolore improvviso conseguente ad un trauma e , spesso sensazione di “crack” e nei casi più gravi il paziente riferisce la sensazione di “ginocchio andato fuori posto”.

Si può rilevare:

  • impotenza funzionale più o meno accentuata
  • tumefazione del ginocchio
  • ballottamento rotuleo
  • impossibilità di estensione completa
  • dolore spontaneo diffuso e intenso (in alcuni casi può essere assente per via dell’interruzione delle vie sensitive afferenti)
  • dolore alla pressione
  • instabilità articolare

Piede piatto dell’adulto

piede piattoComprende diverse forme cliniche accomunate dall’appiattimento della volta plantare:

  • Forme congenite, evoluzione del piede lasso infantile
  •  Forme acquisite, da disfunzione del Tibiale posteriore
  •  Post-traumatiche
  •  Reumatiche
  • Neurologiche

La caduta della volta plantare ha come diretta conseguenza la distribuzione anomala delle forze di carico sulle ossa e sui tendini, con sovraccarico di tutta la zona interna del piede, il cosiddetto piede astragalico, deputato alla funzione ammortizzante del piede.
Il perpetuarsi di tale condizione determina a lungo andare la degenerazione di tali strutture, inparticolare del tendine del muscolo tibiale posteriore deputato a sostenere la volta e dell’articolazione astragalo scafoidea.

Ginocchio varo

Nei primi 18 mesi di vita è di frequente riscontro il ginocchio varo bilaterale che, nella maggior parte dei casi, tende alla risoluzione spontanea nel corso di due o tre anni. La patogenesi ancora oggi non è molto chiara.
Di più rara osservazione è il ginocchio varo conseguente a patologie traumatiche, metaboliche o a malattie ereditarie, che tuttavia devono essere sempre tenute in considerazione al momento della diagnosi.
Nei pochi casi in cui un accennato varismo delle ginocchia permane nel tempo, spesso quando coesiste familiarità, può essere preso in esame un intervento chirurgico da eseguire in età adolescenziale o termine dell’accrescimento scheletrico.
Oltre al ginocchio varo della prima infanzia, esiste una forma di varismo che si sviluppa durante
l’adolescenza. Mentre nelle forme infantili non è presente alcuna sintomatologia clinica, gli adolescenti lamentano invece spesso gonalgia (dolore al ginocchio) sotto sforzo, prevalentemente durante lo svolgimento dell’attività sportiva.

START TYPING AND PRESS ENTER TO SEARCH